Gianluca Morino risponde alle domande direttamente dai vigneti di Cascina Garitina a Castel Boglione in provincia di Asti.
Ecco alcuni stralci dell’intervista a Gianluca, ma per sapere proprio tutto, guarda il video!
La caratteristica della mia azienda è quella di produrre esclusivamente vini rossi. La nostra è una classica azienda agricola a conduzione familiare anche se nel corso degli anni ci stiamo avvalendo anche di altri collaboratori.
Negli ultimi anni è cambiato tutto per quanto riguarda la gestione dei vigneti. Dal 1995 abbiamo deciso di lasciare crescere l’erba tra i filari, per contenere l’erosione del terreno in caso di pioggia, per aumentare la portanza e quindi per riuscire ad entrare in vigna velocemente. Col passare degli anni abbiamo capito che l’erba permette di pacciamare il terreno e di abbassarne di diversi gradi la temperatura.
Per quanto riguarda la gestione della cantina inizialmente ho chiesto alcune consulenze, successivamente ho deciso di fare di testa mia perché vorrei che i vini avessero uno stile e un’impronta più personale. I vini riflettono sempre il carattere e le idee di un produttore. L’approccio in cantina è abbastanza tradizionale e molto poco interventista. Ad iniziare dalle fermentazioni con macerazione a cappello sommerso e dall’uso delle vasche d’acciaio con controllo della temperatura. Ultimamente conduco le fermentazioni ad un massimo di 26-27 gradi per avere colori brillanti, ottima concentrazione dei profumi.
Tendenzialmente utilizzo per gli affinamenti botti da 500 litri con una percentuale più elevata di legno nuovo rispetto al passato. Gli affinamenti vanno da un minimo di 10-12 mesi ad un massimo di 18 mesi. In generale però queste Barbera hanno necessità di affinare un po’ in bottiglia per poter esprimere al meglio le loro caratteristiche e sicuramente hanno un ottimo potenziale di invecchiamento.
Mi interessa produrre vini che si esprimano sul lungo periodo e che abbiano una bella evoluzione in bottiglia, rinunciando così all’immediatezza.
Altro importante cambiamento in cantina che ho attuato è stato il passaggio alla chiusura con tappo a vite per quasi tutti i vini. Il tappo a vite mi consente di gestire l’ossigeno e quindi anche di controllare meglio l’evoluzione di ogni singola partita di ogni singolo vino in bottiglia.
Vorrei che dai miei vini emergessero la tenacia e la forza della barbera allevata su queste colline, da suoli poveri come quello di arenaria del Bricco Garitta. La freschezza e l’acidità di questi vini inoltre sono la colonna portante delle barbere coltivate in questo areale.
Per quanto riguarda la conduzione dei vigneti non ho certificazioni Bio e nemmeno mi interessano, purtroppo il concetto del bio sta diventando troppo commerciale e ci sono molte persone che se ne stanno approfittando. Dal mio punto di vista cerco di fare un’agricoltura ragionata, di utilizzare il meno possibile prodotti di sintesi o prodotti che possano contaminare l’ambiente.
I vini assaggiati
Morinaccio… sui lieviti | Vino rosso
Un rosso, da uva barbera, ottenuto dalla tecnica della rifermentazione in bottiglia.
È un vino che rappresenta la barbera come era in passato e un po’ come vorrei che fosse anche in futuro, una barbera che proviene dalle vigne più giovani che hanno un grande frutto, un po’ meno struttura e grande grande freschezza. La barbera frizzante e vivace è quella che, subito dopo gli anni della grande sventura del 1986, ci ha fatto conoscere nei locali, nelle prime vinerie che nascevano. È stato il simbolo del passaggio dalle bollicine della birra a quelle del vino, il vino che ha reso l’approccio per i giovani molto più facile. Consiglio di abbinare il Morinaccio con una tradizionale bagna cauda, col bollito misto, con gli affettati. Per scoprire molte altre storie su questo vino ascolta il video!
Barbera d’Asti Garitta 2018
La grandine del 4 luglio 2018 mi ha portato via più del 90% della produzione di questo vino; è stato un vero disastro e sono riuscito a produrne solamente 5000 bottiglie.
La definisco una barbera tradizionale che fa affinamento solo in acciaio e poi in bottiglia. La chiusura a vite mi permette di regolare puntualmente la microossigenazione. Questa bottiglia si trova spesso anche sugli scaffali fuori dall’Italia, per cui ho deciso di apporre un collarino che spiegasse al consumatore il valore aggiunto del tappo a vite.
Barbera d’Asti Superiore Caranti 2017
Affina in legno per 14 mesi e ha mantenuto una bella acidità. Il Caranti è il più internazionale tra i miei vini perché è quello che è presente nelle liste di quasi tutti i miei importatori in giro per il mondo.
Nizza 900, 58 – 61
Il vino ha questo nome in quanto una parte del vigneto è stata piantata nel 1958 e l’altra nel 1961. Si tratta di una vigna vecchia sulla cima della collina (e dal video si vede!!) da suoli ricchi in arenaria e calcare.
Nizza 900, Margherita
Questo vino nasce da una vigna che abbiamo reimpiantato nel 2002 su terreni marnosi. Si tratta di una barbera leggermente più moderna ed è stato il primo Nizza che ho voluto chiudere con il tappo a vite.